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venerdì 22 marzo 2013

La violenza fa invecchiare il DNA dei bambini

di Diana Luordo


E’ ormai noto che lo stress psicofisico, quella percezione di squilibrio che coinvolge tutto l’organismo compromettendone il giusto funzionamento e l’adeguato benessere, è dovuto a durevoli e a bruschi cambiamenti nel proprio orologio biologico. Il più delle volte, questo stato di malessere, oltre a mettere a repentaglio la vita sociale, porta a seri danni alla salute dell’individuo che sarà sempre più esposto ad un lento e dannoso deterioramento, fisico e anche mentale.

Quello che non tutti  sanno è  che anche la violenza, come lo stress, porta a conseguenze  nocive sul nostro corpo, specie nei bambini, ma non è tutto. Secondo i ricercatori della Duke University e dell’University College di Londra, i giovani che hanno subito violenza potrebbero essere di età superiore ai loro anni. Lo spiegano in un articolo pubblicato su “Molecular Psychiatry”Dai loro studi risulta che il DNA dei bambini di 10 anni, i quali hanno subito maltrattamenti, è usurato,  più esposto all'invecchiamento.
Sapendo che i telomeri, piccole porzioni finali del DNA, ogni volta che la cellula si divide, subiscono un accorciamento, che pone un limite al numero di volte che la cellula può replicarsi, e sapendo che la loro lunghezza riflette  l’età biologica dell’organismo, dopo un’ attenta ricerca e analisi dei casi, dai risultati ottenuti, i ricercatori hanno rilevato che il gruppo dei soggetti, per lo più bambini, con una storia alle spalle di  violenze e di abusi, mostravano una riduzione dei telomeri significativamente più marcata degli altri. Si deve tenere in considerazione, inoltre, che l’età biologica si basa sul funzionamento e sulle condizioni dell’organismo e che può differire da quella anagrafica.

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