La prima volta che vedi un film di Tim Burton capisci subito una cosa; quei panorami macabri e al contempo spettacolari, quei personaggi malinconici e fuori dal comune, quelle situazioni improbabili eppure così reali, sebbene possano piacere o no, ti rimarranno sempre dentro.
Timido ed estremamente
creativo, segnato da un’infanzia difficile, con pochi amici e lontano dai
genitori che, come sostiene lui stesso, “non riuscivano a capirlo”, trascorre
le giornate nel cimitero di Burbank, in California, la sua città natale, unico
luogo in cui riesca a sentirsi se stesso e in cui ambienta, scrive e illustra
le sue prime storie.
A 18 anni vince una borsa
di studio messa in palio dalla Disney e viene assunto da questa per la
realizzazione del lungometraggio “Red e Toby – Nemiciamici”. Licenziato dopo
pochi mesi a causa di idee contrastanti con gli ideali disneyani, a 24 anni
realizza “Vincent”, il suo primo cortometraggio e poco tempo dopo il film
“Pee-wee’s Big Adventure”, una commedia scanzonata e divertente e, nonostante
l'esiguo budget e i rapidissimi tempi di produzione, ottiene un ottimo successo
commerciale. Tuttavia i successi che lo consacrano tra i registi più popolari e
ammirati di Hollywood sono “Batman” e, specialmente, “Edward Mani di Forbice”
primo film a cui prende parte Johnny Depp, che diventerà suo partner di lavoro
ideale nonché grandissimo amico.
Tra le pellicole principali del regista vanno inoltre ricordate “il Mistero di Sleepy Hollow”del 1999, tratto dal romanzo di Washington Irving e da molti considerato il suo film migliore, “il Pianeta delle Scimmie” del 2001, sul cui set conosce l’attrice Helena Bonham Carter, che diventerà la sua compagna di vita e la sua“musa ispiratrice” per i progetti successivi, “la Sposa Cadavere” del 2005, primo lungometraggio animato dopo la produzione di “Nightmare before Christmas”e “Sweeney Todd – il diabolico barbiere di Fleet Street”, commedia noir musicale.
L’associazione di temi
surreali e inquietanti con contenuti delicati e sempre aventi un messaggio
morale sottinteso rivelano perfettamente l’indole del regista, legato
all’amicizia, all’amore e alla famiglia alla quale, nonostante l’abbia respinto
e rifiutato, si sente sempre legato.
Film come questi, a cui
personalmente ho sempre guardato come modello di vita, aiutano a vedere la
bellezza dove apparentemente non esiste, a capire che la diversità non è un
male, ma un bene, a non perdere mai la speranza e insegnano che grazie alla forza di
volontà si può raggiungere qualunque obiettivo.
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