Quest’anno festeggeranno insieme il bicentenario dalla loro nascita due colossi del teatro musicale Europeo: Giuseppe Verdi e Richard Wagner. Impossibile ridurli unicamente a compositori, entrambi ragionarono sempre in termini di teatro (il modello di Wagner era quello della Grecia antica) anche se la loro opera lirica rimane un pilastro della musica Ottocentesca.
Richard Wagner nacque dopo otto fratelli nel 1813 a Lipsia, dal noto
funzionario K. F. Wagner anche se si vociferava che fosse il figlio naturale
dell'attore ebreo Ludwig Geyer.
Portò a termine con successo gli studi letterari iniziati all’Università di Lipsia
nel 1831 ma fin da ragazzo si mostrò attratto verso il teatro e la musica,
quella di Weber e Beethoven in particolare e tentò di comporre drammi, opere e
sinfonie ma non si pose tuttavia seriamente allo studio della musica se non
piuttosto tardi, compiendolo per altro molto rapidamente.
La sua musica e il suo teatro, a cui era caro il tema della
mitologia, si sono prestati, nel tempo, a svariate interpretazioni, e sono
spesso state motivo di diatribe a livello musicale ma anche politico. Fu eretto
a vessillo dalla società tedesca degli anni ’30. Adolf Hitler, sproloquiando,
sosteneva che: “Chi vuol capire la Germania nazionalsocialista deve conoscere
Wagner”, ma durante tutto il ventesimo secolo Wagner fu letto e rappresentato
anche in altre chiavi: socialista, rivoluzionaria, marxista, psicanalitica, mistica,
fantasy e numerose altre.
Nonostante ciò il teatro di Wagner sopravvive alle sue
interpretazioni grazie a quella misteriosa proprietà della grande Musica, di
spaziare più che in orizzontale (sulla terra, tra gli uomini e le loro diverse
culture), in verticale, protendendosi verso l’alto, verso il cielo, sconfinando
nell’infinito Celeste.
Giovedì 7 Marzo 2013 in occasione del duecentenario dei natali
di questo grande musicista romantico è stato rappresentato, nell’auditorium di
Torino dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, un estratto dall’opera di
591 pagine del “Gotterdammerung” (Il crepuscolo degli dei), composta dal 1848
al 1874.
Ha diretto l’orchestra il giovane direttore siberiano Kirill Petrenko e hanno interpretato i ruoli di Brunhilde e Siegfried, protagonisti
dell’opera, i cantanti lirici Evelyn Herlitzius, di Amburgo e Lance Ryan,
tenore canadese che ha esordito in Italia nel 2002.
L’opera ha ricevuto un’ottima accoglienza da parte del
pubblico torinese, catturato dalla maestosità della parte orchestrale e
l’intensità delle Arie. Secondo le cronache la rappresentazione dell’opera
(ovviamente sempre degli estratti data l’entità) aveva raccolto già un grande
successo durante la prima rappresentazione in assoluto avvenuta domenica 22 dicembre 1895, quando
Arturo Toscanini la diresse dal podio del Teatro Regio di Torino. L’ultima
volta che la Tetralogia fu presentata nella nostra città, diretta da Eliahu
Inbal con l’Orchestra Nazionale della Rai, fu durante le stagioni
concertistiche fra il 1996 e il 1998.
Sicuramente la nostra città quest’anno aprirà le porte all’opera wagneriana più volte, e sarà estremamente interessante scoprire quali dibattiti, critiche, scontri di idee saranno scatenati da questo teatro che nel cuore, solenne e mistico al contempo, contiene le contraddizioni e i drammi del nostro presente.
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